Una disgrazia chiamata TGUno
Il più seguito e – purtroppo – importante strumento di informazione nazionale, il TGUno, va in onda domenica sera esattamente mentre il governo annuncia, alle 20 e 15, e spiega una delle operazioni politiche, economiche, finanziarie e dunque socialmente più drammatiche e importanti degli ultimi 20 anni.
Giusta o sbagliata che sia, equa o iniqua, da essa dipenderanno la vita quotidiana di milioni di persone e il futuro della nazione intera.
E quella manica di imbecilli e di inetti che prendono stipendi da giornalisti e si fingono tali, interrompono e lasciano il collegamento per raccontarci di incidenti stradali, della Pausini e non so di che altro.
Qui non si tratta di ideologia, di simpatie politiche, di destra o sinistra, di comizi spacciati per editoriali, ma di squisita e lancinante incompetenza professionale.
Se vivessimo in una nazione seria, se la Rai, che è IL SERVIZIO PUBBLICO, non un’emittente o un mezzo commerciale che può fare tutte le sciocchezze che vuole, avesse una Presidenza e una Direzione Generale con ancora qualche briciolo di dignità e senso di responsabilità, dopo questo orrore giornalistico Minzolini e il suo gruppo di direzione dovrebbero essere cacciati via a pedate nel culo.
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